L'annuncio è arrivato dalla federazioni coinvolte, ovvero quella neozelandese, quella australiana e ovviamente quella nipponica: la terza sfida della Bledisloe Cup 2018 si giocherà il prossimo 27 di ottobre all'International Stadium di Yokohama. Una partita che richiamerà un sold out da 72mila posti e che servirà da lancio per il Mondiale giapponese che prenderà il via nel settembre 2019.
Non è la prima volta che le due formazioni sfidano nel paese del Sol Levante: era già avvenuto nel 2009, con gli All Blacks che in quella occasione si imposero con il risultato di 32 a 19. Le prime due sfide della Bledisloe Cup si giocheranno nel corso del Rugby Championship, la prima a Sydney e poi all'Eden Park di Auckland. Il ct dei campioni del mondo si trova a Tokyo in questi giorni: la nazionale neozelandese affronterà il Giappone a inizio novembre.
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Ren-G questo il nome della mascotte adottata per la prossima Coppa del Mondo di Rugby in Giappone del 2019.
Si rifà alle figure sacre e mitologiche dei sishi, dalle sembianze leonine presenti nella cultura giapponese sin dai tempi antichi. Sia il teatro Noh che il teatro Kabuki ospitano spesso i sishi anche nella versione danzante di padre e figlio. Ora, adottato dal Comitato Organizzatore dei mondiali nipponici, Ren-G animerà la vita ovale dei tifosi e dei partecipanti alla grande kermesse in tutte le città che ospiteranno i mondiali. ![]() Solo qualche giorno fa abbiamo messo in rilievo come la quota di giocatori stranieri o comunque non di formazione giapponese sarà una presenza ingombrante nei Sunwolves targati 2018, che - lo ricordiamo - saranno guidati dallo stesso ct della nazionale giapponese, Jamie Joseph. Nulla di nuovo sotto il Sol Levante, intendiamoci, che da quelle parti il ricorso a equiparati/naturalizzati è sempre stato quantitativamente importante. I numeri però in queste ultime stagioni stanno crescendo un po' e creando qualche polemica a Tokyo e dintorni. Il Mondiale 2015 è stata una grande sorpresa per molti e un traino di interesse mediatico (e di sponsor) magnifico in vista della RWC 2019 che si disputerà proprio in Giappone, primo paese al di fuori di quelli di antica tradizione rugbistica ad avere l'onore e l'onere di organizzare la manifestazione più attesa e importante di tutta Ovalia. I risultati dei Sunwolves nel Super Rugby sono stati un po' al di sotto delle attese: si sapeva che l'impatto con una competizione di livello così elevato sarebbe stato quantomeno complicato, ma qualche frutto in più (non molti) lo si attendeva, inutile girarci troppo attorno. Gli stessi Brave Blossoms hanno alternato passaggi a vuoto a ottime prestazioni. Insomma, nel paese del Sol Levante il livello sta crescendo ma gli ostacoli non sono mancati. Ora arriva una notizia destinata ad aumentare il tono delle discussioni: la Japan Rugby Union starebbe per annunciare la decisione di innalzare il numero di giocatori stranieri schierabili da tutte le formazioni dei principali tornei nipponici. In Top League, Top Challenge League e nei campionati regionali ogni squadra potrà avere in campo fino a 6 giocatori non giapponesi contemporaneamente, ben due in più rispetto alla normativa attuale. E stiamo parlando del massimo campionato nazionale, della seconda e terza divisione. Non finisce qui: anche nell'importante torneo nazionale universitario gli stranieri in campo allo stesso momento in ogni XV potranno passare dai 2 attuali a 3. Va pure sottolineato che la decisione non è ancora ufficiale ma secondo la stampa locale è solo una questione di tempo. E' un bene o un male? Difficile dirlo, essere manichei non aiuta molto. E' vero che il numero degli stranieri - già alto - dovrebbe conoscere una crescita, ma non si può non rilevare che spesso si tratta di giocatori di primo e primissimo piano. Nella Top League quest'anno hanno giocato Giteau, Pocock, Berrick Barnes, solo per fare i nomi dei primissimi che vengono in mente su due piedi, e l'anno prossimo è atteso un certo Dan Carter. Senza contare che in panchina c'è gente come Jake White o Robbie Deans. Stranieri di questo livello non possono che aiutare a far crescere il movimento. Tanto per dire: noi ce li sogniamo campioni di questo calibro, anche solo per venire a svernare. Tolgono spazio ai giovani giapponesi? Sì e no. Sì perché chiaramente in campo si va sempre in 15, no perché non si tratta generalmente di atleti di primo pelo e che hanno bisogno di tirare un po' il fiato. Il campionato nipponico poi produce diversi giocatori interessanti e non bisogna dimenticare che a dispetto della "credenza popolare" quello giapponese è un movimento di tradizione molto più antica di quanto non si pensi, con le prime squadre che sono state fondate nella seconda metà dell'Ottocento, ancorché formate da soli giocatori britannici. Si giocava prima rugby in Giappone che non a calcio in Italia... E' chiaro che però sul medio-lungo periodo la cosa può/potrebbe diventare un problema, tanto più se in nazionale dovessero arrivare parecchi equiparati (e già ora pochi non sono). Se l'aumento del numero degli stranieri non va a influire sulla "capacità produttiva" dei club le due cose potrebbero anche marciare a braccetto, ma si tratta di un equilibrio precario e difficile da preservare. ![]() In Giappone si sono conclusi i barrage che hanno deciso promozioni e retrocessioni tra il massimo campionato nipponico - la Top League - e la seconda divisione, ovvero la Top Challenge League. Honda Heat e Hino Red Dolphins sono le squadre promosse nel massimo torneo, prima volta in assoluto per la seconda formazione. A scendere invece nella Top Challenge League sono invece i NTT-Docomo Red Hurricanes e i Kintetsu Liners. Queste le 16 squadre che prenderanno parte alla Top League 2018/2019: Suntory Sungoliath Panasonic Wild Knights Yamaha Jubilo Toyota Verblitz Kobelco Steelers Toshiba Brave Lupus Ricoh Black Rams NEC Green Rockets NTT Shining Arcs Canon Eagles Kubota Spears Toyota Industries Shuttles Munakata Sanix Blues Coca Cola Red Sparks Honda Heat Hino Red Dolphins Queste le 8 formazioni che si giocheranno la Top Challenge League: NTT-Docomo Red Hurricanes Kintetsu Liners Mitsubishi Sagamihara Dynoboars Kyuden Voltex Mazda Blue Zoomers Chugoku Red Regulions Kamaishi Seawaves Kurita Water Gush (promosso) ![]() Tra un mese il fischio d'inizio del Super Rugby 2018 e i Sunwolves non sono ancora completi. A oggi i giocatori effettivi della franchigia nipponica, alla quale si chiede un salto di qualità, sono 32. In queste settimane verranno chiusi altri contratti ma c'è qualcosa che va detto sulla compagine allenata quest'anno dal ct della nazionale giapponese Jamie Joseph: ovvero che di giapponese - scusate il gioco di parole - ha poco, troppo poco. I giocatori con passaporto del paese del Sol Levante o equiparati sono 20, non tantissimi, ma tra loro sono compresi anche sudcoreani, sudafricani, neozelandesi, tongani... Tutto lecito, tutto regolare, però alla fine i giocatori di formazione giapponese sono poco più di una decina. E la Top League, il massimo campionato del paese asiatico, produce giocatori che potrebbero correre per un posto nella franchigia. Magari sono un po' acerbi, però... Insomma, tutto il mondo è paese. Purtroppo. E le polemiche a Tokyo e dintorni non mancano. Questo il roster attuale dei Sunwolves, in neretto i giapponesi e gli equiparati Piloni: Keita Inagaki, Koo Jiwon, Asaeli Valu, Ruan Smith, Craig Millar, Hencus Van Wyk Tallonatori: Shota Horie, Jaba Bregvadze Seconde linee: Sam Wykes, Grant Hattingh, Kazuki Himeno Terza linea: Uwe Helu, Wimpie van der Walt, Shunsuke Nunomaki, Ed Quirk, Willie Britz, Michael Leitch Mediani di mischia: Fumiaki Tanaka, Yutaka Nagare Mediano d'apertura: Yu Tamura, Hayden Parker Centri: Harumichi Tatekawa, Timothy Lafaele, Sione Teaupa, Michael Little, Will Tupou Ali: Kenki Fukuoka, Akihito Yamada, Lomano Lemeki, Gerhard van den Heever, Hosea Saumaki Estremi: Robbie Robinson, Kotaro Matsushima ![]() Durante la regular season i Sungoliath hanno perso una sola partita (proprio contro i rivali odierni, risultato ad ottobre di 21-10), i Wild Knights nemmeno quella, una lunga striscia di vittorie senza intoppi e uno score di 438 punti fatti in più di quelli subiti. Insomma, i favoriti nella finalissima del campionato giapponese giocata oggi a Tokyo al Chichibunomiya Stadium erano proprio questi ultimi. Invece hanno vinto i campioni in carica, quei Suntory Sungoliath che sono riusciti a tenere basso il punteggio e a mantenere il titolo davanti a quasi 24mila spettatori. Partono meglio i Sungoliath, trascinato dal solito da Matt Giteau, con una meta di Nakamura dopo soli 4 minuti, al quale risponde però subito Heenan al minuto numero 8. Al 33' è Shota Emi con una marcatura pesante a far chiudere il primo tempo sul 12 a 5. Seconda frazione di gioco che vede i Panasonic cercare di ribaltare il risultato ma in 40 minuti di gioco raccolgono solo tre punti con un piazzato di Takuya Yamasawa, poi la difesa dei Sungoliath è insuperabile. Suntory campione per l'ottava volta! ![]() Sono le due squadre che hanno dominato la regular season del massimo campionato giapponese dalla prima all'ultima giornata, non potevano sbagliare la semifinale e non lo hanno fatto: i Panasonic Wild Knights e i Suntory Sungoliath sabato 13 gennaio si giocheranno la partita che assegna il titolo di campione del Giappone. I Wild Knights (13 vittorie in altrettante partire, 63 punti fatti, squadra più vicina lasciata a 17 punti di distanza, 580 punti marcati e solo 142 incassati) hanno faticato più del preventivato contro i Toyota Verblitz davanti a oltre 10mila spettatori, alla fine piegati con il risultato di 17 a 11. Molti meno problemi invece per i Sungoliath che hanno strapazzato gli Yamaha Jubilo con il risultato di 49-7 in una partita che è rimasta aperta per meno di 30 minuti. L'atto finale della Top League è in programma a Tokyo sabato prossimo con calcio d'inizio al Prince Chichibu Memorial Rugby Ground alle 6 e 15 orario italiano. Oltre alle semifinali si sono disputate le partite di play-off che devono stabilire le posizioni delle altre squadre e le retrocessioni: nella lotta per il 5° posto i Toshiba Brave Lupus hanno battuto i NEC Green Rockets 29-22 mentre i Kobelco Steelers hanno avuto la meglio sui Ricoh Black Rams per 19-10. Dalla posizione numero 9 alla numero 12 gli NTT Shining Arcs defeated hanno superato i Toyota Industries Shuttles 27-19 mentre i Canon Eagles hanno vinto di misura con Kubota Spears: 31-30. Nella parte più bassa della classifica i Munakata Sanix Blues si sono imposti sui Kintetsu Liners 29-8 mentre i Coca Cola Red Hurricanes hanno vinto la loro prima gara della stagione fermando gli NTT Docomo Red Hurricanes 19-14. Kintetsu e Docomo si giocheranno ora la permanenza nel massimo campionato nipponico. ![]() In Giappone fervono i preparativi in vista della RWC 2019, ancora lontana ma non poi molto. Tra gli stadi che destano un po' più di preoccupazione c'è il Kamaishi Recovery Memorial Stadium, la cui fine dei lavori era prevista per il prossimo mese di luglio ma che a inizio dicembre si trovava nelle condizioni che potete vedere nella foto, con la costruzione iniziata solo a novembre. Si tratta di uno stadio di piccole dimensioni (poco più di 16mila posti a sedere) e quindi alla fine il ritardo - se ci sarà - dovrebbe essere contenuto. Vedremo. Quella di Kamaishi è una struttura a cui l'organizzazione tiene parecchio perché è in una località colpita in maniera durissima dal terremoto e dallo tsunami del 2011: qui sono morte circa mille persone. In questa città ha sede uno dei più antichi club nipponici di rugby, il Kamaishi Seawaves RFC. Nel nuovo stadio si giocheranno due gare del Mondiale: Africa1 contro la nazionale vincitrice del ripescaggio (partita della pool B) e Fiji-America2 della pool D. |
Chi siamoMarco Turchetto e Paolo Wilhelm, giornalisti, amanti del rugby e autori di RUGBY LIFE Archivi
Gennaio 2018
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